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21 Ottobre 2014

“Ma in quanti siete a suonare sul palco?”

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A tale domanda, rispondiamo che siamo  5, 7, 8, 10…Dipende! Dipende dal luogo in cui si svolge l’evento e dai mezzi tecnici a disposizione per la serata in questione.
Quale formazione preferiamo?
Tutte, perchè a seconda degli elementi impiegati sul palco, cambia la scaletta, eseguiamo altri brani e questo ci permette di variare e suonare di più.

Tuttavia, alcuni brani storici, per come abbiamo imparato ad ascoltarli nell’ultimo periodo Floydiano, hanno bisogno di qualche accorgimento in più.
Di seguito ci fa piacere riportare, quindi, gli stralci salienti di una conversazione on line nata dopo che una nostra amica si chiedeva chi suonasse le chitarre che non aveva visto sul palco…
Ecco spiegato, anche a chi è meno allenato a notare certe cose, come e perchè talvolta ci capita di avvalerci di alcune sequenze audio durante alcuni live.

“(…)Felicissimo di confrontarmi con chi riesce a sentire PERFETTAMENTE la differenza tra le sequenze e ciò che è suonato live (non tutti sono così bravi, ahimè…) e che, per fortuna, riesce a criticare, in maniera costruttiva, il nostro appassionato operato. Così si può solo crescere e migliorare.
Di solito ci si limita a criticare e basta.

La sfida di chi prova a imitare i Pink Floyd è davvero ardua… Precisazione superflua ma doverosa.
Ci sarebbe bisogno SEMPRE di tanti accorgimenti tecnici e di tanti elementi sul palco a suonare. Queste due cose, soprattutto quest’ultima, ahimè, non è sempre possibile… (…) Sui tantissimi palchi dove ci esibiamo, non è sempre possibile avere una formazione così ricca di musicisti come era quella dei Pink Floyd nel tour del 1994, al quale ci ispiriamo per tanti pezzi…I nostri preferiti.

L’unico espediente per sopperire alla mancanza di persone che suonano live (sia per motivi tecnici e di spazi fisici su un palco, sia economici) è quello di usare cose “registrate RIGOROSAMENTE DA NOI” che si inseriscono di tanto in tanto proprio nei punti in cui dovrebbero suonare gli altri musicisti “assenti”, uniti agli effetti sonori che usano i Pink Floyd stessi nei loro live. Nel caso specifico, seconda chitarra e seconda tastiera oltre al secondo batterista/percussionista e alle tre coriste (questa è la formazione completa).
Siamo i primi a cercare di limitare il più possibile la cosa proprio per il gusto di SUONARE.

(..)
Chi conosce la materia, si renderà conto dei dischi e delle parti a cui mi riferisco. Idem succede per le tastiere.
(…)
Il fatto di cui mi dispiaccio di più (stavolta tocca fare a me un “appunto costruttivo”) è che, magari, ascoltare un pezzo o due, di solito, non è sufficiente per rendersi conto bene di ciò che si sta ascoltando. (…)
Magari si può restare per sentire come poi si aggiusta “in corsa” la fonìa oppure perchè poi arrivano i brani dove NON sono richieste le sequenze…e ne abbiamo fatti parecchi senza; se non si è sentita la differenza, beh, anche io, come gli altri, lo prendo per un complimento.  

Colgo l’occasione per invitare chi avesse piacere, come ha già fatto Francesco, ad ascoltarci quando siamo in formazione allargata… (…)
Proprio recentemente, sul palco del Ravello Festival, eravamo in 120 a suonare rigorosamente dal vivo…lì le sequenze non si sarebbero manco sentite.
(…)
Un grosso abbraccio SERENO dai Pink Bricks a tutti e VIVA LA MUSICA, ragazzi, di qualsiasi genere, basta che siano good vibrations 🙂 🙂 🙂   “

 

Shine on!

 

 

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